lunedì 4 ottobre 2010

Recensione di Monica Fantaci

Genere: romanzo



“IL BANCO SOPRA LA CATTEDRA” di Luigi Polito, Edizioni Altravista

Marco, studente dell’ultimo anno del corso di Laurea in Pedagogia, è un ragazzo con forti ideali, perciò decide di affrontare, per la sua tesi di laurea, un argomento che racconta la realtà dei giovani, attraverso interviste e questionari che documentano cosa accade quotidianamente negli ambienti scolastici, specificatamente dentro le aule.
Durante l’esposizione della tesi, Marco si rivolge alla commissione in tono sarcastico, accusando il sistema universitario di utilizzare il potere per incutere paure e trasmettere una cultura finalizzata a favorire gli interessi personali dei baroni.
Il libro, mediante l’analisi della tesi sperimentale di Marco, descrive le idee, le aspettative, i sentimenti, le speranze che gli alunni hanno in merito al mondo dell’istruzione, permettendo ai lettori di scoprire i loro pensieri nascosti, incatenati da una scuola che sta solo attenta alle “etichette”, senza preoccuparsi della diversità, della voglia di partecipazione e di dialogo dei ragazzi.
Le narrazioni degli studenti svelano che, nonostante la maggioranza dei professori ricorra ad un metodo d’insegnamento tradizionale, alcuni docenti hanno voglia di trascinare i ragazzi verso la libertà di pensiero e d’azione, realmente credendo che il confronto sia la base per abolire le forti disuguaglianze che vivono dentro l’istituzione scolastica.
La scuola non è soltanto un luogo dove acquisire argomenti per affrontare le interrogazioni e superare l’anno scolastico, ma deve assolutamente essere anche un luogo dove competenza affettiva e d’apprendimento si mescolano per rendere gli allievi protagonisti del loro sapere, scaturito non solo dai libri di testo, ma anche dalle loro esperienze quotidiane.
Da sempre l’istruzione è legata al potere politico, che lo utilizza per affermare la sua ideologia, erodendo un settore che potrebbe dare avvio ad un cambiamento positivo del Paese, proprio perché forma gli adulti del futuro. Leggendo il testo si evince quanto gli studenti urlano il loro disagio, rimanendo delusi del mondo anti-democratico della scuola, incapace di dare certezze, avvertito come ambiente di pregiudizi, di indifferenza, capace di incatenare le potenzialità.
Questo romanzo-documentario, dove parlano i ragazzi, mira a risvegliare le coscienze, poiché i giovani, con le loro aspirazioni, con la loro tenacia, con la loro volontà, con la loro capacità creativa, con la loro voglia di giustizia, possono migliorare la società.
Fatevi catturare da questo testo attraverso i suoi momenti d’ironia, di tensione, di desiderio di riscossa.


a cura di Monica Fantaci

giovedì 1 luglio 2010

Recensione della scrittrice Antonella Cilento

Genere: romanzo

Data di pubblicazione: Giovedì, 1 Luglio 2010

“IL BANCO SOPRA LA CATTEDRA” di Luigi Polito Edizioni Altravista

Marco è un ragazzo di periferia che frequenta con serietà e impegno l’ultimo anno del corso di laurea in Pedagogia. Quando però sopraggiunge il momento del colloquio finale la sua coscienza lo blocca suggerendogli una singolare e spettacolare protesta. Davanti alla commissione, nell’incredulità generale, Marco denuncia i misfatti e le incongruenze del sistema universitario, che, a suo parere, si ammanta di una cultura desueta e menzognera, finalizzata a privilegiare solo gli interessi personali dei baroni. Il romanzo-documentario prosegue attraverso un’analisi dettagliata della tesi sperimentale di Marco da cui emergono racconti, storie bizzarre, drammatiche e ironiche, che in modo graffiante, smascherano i detentori della cultura dominante e il potere politico, che spesso utilizza la cultura a suo piacimento, rendendola funzionale alla propria ideologia.
Il “Banco sopra la cattedra” è un romanzo che nasce sul campo, narrato direttamente dai veri protagonisti dei luoghi dell’apprendere: gli studenti che attraverso le loro storie, tristi, divertenti, drammatiche, reali e a volte fantastiche svelano gli inganni e i pregiudizi che quotidianamente vivono nell’università e nella scuola. Un’analisi incisiva e minuziosa che mostra le incongruenze del mondo dell’istruzione, percepito come statico, ottuso, falsamente democratico ed espressione di forti disuguaglianze.
Oggi come ieri, il sistema dell’istruzione rimane ancorato al cordone ombelicale del potere politico, che lo usa come mezzo di diffusione della propria ideologia, sprecando un capitale umano indescrivibile, potenzialmente rivolto al miglioramento della società. Qui ragazzi e ragazze, delusi da una scuola senza alcuna prospettiva per il futuro, rivendicano ad alta voce un percorso didattico-formativo che, oltre a costruire competenze cognitive significative, li orienti verso una conoscenza quanto più obiettiva della realtà, aperta alla riflessione, all’autosservazione personale e che faciliti la comprensione del nostro vivere nel mondo.
Per realizzare quest’obiettivo bisogna avere il coraggio, una volta per tutte, di voltare pagina e mettere in moto tutte le loro risorse, in grado di garantire una scuola democratica, pluralista e solidale.
Preparatevi a momenti di grande tensione, dove il sarcasmo e la metafora della verità si mescolano creando una miscela esplosiva.

L’autore
Luigi Polito, nato a Napoli, psicologo e terapeuta, è professore di Scienze Umane nei licei. Ha pubblicato vari articoli su riviste scientifiche ed è giornalista pubblicista dal 1991.
e-mail: Luigi Polito

a cura di Antonella Cilento |

lunedì 19 aprile 2010

Si è conclusa la presentazione del libro

Giovedì 15 aprile a Villa Bruno di San Giorgio a Cremano si è conclusa la frizzante presentazione del libro “il banco sopra la cattedra” del professore Luigi Polito. L’evento è stato organizzato dall’Associazione di volontariato socio-culturale “No Comment” di Napoli, presieduta dal presidente onorario, il fotoreporter Antonio Alfano, un vero professionista e mastino dell’informazione, vale a dire uno che non molla la notizia finché non raggiunge l’obiettivo prefissato. Hanno partecipato alla magnifica serata circa 150 persone soprattutto: insegnanti, studenti e genitori. Il giornalista Luciano Scateni ha moderato il confronto sottolineando l’acutezza delle provocazioni esposte nel libro che mirano a un cambiamento radicale dei luoghi dell’apprendere, in primis università e scuola. L’ex conduttore del TG3 Campania ha proposto l’inserimento del testo all’interno dei programmi ministeriali e quindi la sua diffusione in tutte le scuole, affinché gli studenti e le studentesse possano conoscere, riflettere e confrontarsi sui contenuti. Sono intervenuti proficuamente nella discussone: il famoso giornalista, videomaker Salvatore Sparavigna, che ha parlato anche del suo ultimo filmato “a camorra songh’io”. Infine, il sociologo Claudio Roberti ha precisato che sarebbe riduttivo definire il contributo di Luigi Polito come un romanzo puro e semplice. “Di fatto, si tratta di un prodotto definibile in termini di contaminazione fra generi. Siamo al cospetto di una narrazione che utilizza con varie modalità, categorie analitiche da saggio e converte il tutto in chiari indirizzi di critica-denuncia come un pamphlet

domenica 18 aprile 2010

Associazine "No Comment" di Tony la Ruspa

Informazione Visiva Solidale

L’associazione “ No Comment” nasce a Napoli nel gennaio 1999, con l’intento di dare “visibilità” ai bisogni dei soggetti disagiati e meno garantiti, di promuovere i valori della solidarietà e del bene salute. La No Comment si adopera, nei limiti delle proprie disponibilità, per fornire un’informazione, visiva solidale, no profit, richiamandosi alle indicazioni dell’articolo 21 della costituzione italiana e all’articolo 19 dei diritti dell’uomo.


Una simpatica e audace formazione di giornalisti liberi, che più liberi di così non si può, nel senso che devono dar conto solo alla loro coscienza di cittadini onesti. Da anni con grande caparbietà e professionalità denunciano situazioni paradossali e d’invivibilità che si verificano nella città di Napoli e su tutto il territorio campano. Sono dei veri e propri mastini dell’informazione, vale a dire lasciano la loro “preda”, ovvero la descrizione minuziosa, scritta e fotografica della notizia-denuncia, solo quando il problema viene affrontato e risolto dalle autorità competenti.

Recensione tratta dal giornale "Il Denaro"

autoricampani/Luigi Polito

Romanzo sulle scuole della città

Il titolo "Il banco sopra la cattedra" nasce da un'idea suggestiva di un folto gruppo di studenti napoletani che ha voluto esprimere il proprio dissenso nei confronti dei tradizionali rapporti esistenti nei luoghi dell'apprendere." un romanzo-documento che narra attraverso storie di vita divertenti, amare, ironiche, a volte drammatiche, i misfatti, le assurdità, le incongruenze che gli studenti vivono quotidianamente nelle università e nelle scuole della nostra città. Dall'incontro di questi racconti, frutto di uno strano intreccio tra realtà e fantasia, i cui confini sono difficilmente scindibili, prende corpo una miscela esplosiva ricca di emozioni, proteste e speranze per il nostro futuro. Perché chi viene a Napoli dovrebbe leggere questo libro?Chi viene in visita a Napoli è convinto di assistere ai soliti stereotipi, che da secoli sono appiccicati sulle nostra pelle, fatti di tarantelle, mandolini, strane situazioni che quasi sempre finiscono "a tarallucci e vino". In questo romanzo invece, i nostri giovani esprimono con lucida razionalità e ironia, il desiderio concreto di rappresentare una città diversa, che non vuole più rimuovere le sue conflittualità, ma intende riscattarsi, dimostrando che soprattutto nei luoghi dell'apprendere vi è una grande volontà di trasformazione sociale. Tutte le storie narrate dagli studenti in questo libro hanno luogo e si svolgono nella città di Napoli, nelle tipiche stradine della zona universitaria, del centro antico e offrono al lettore la possibilità di conoscere i meandri di quest'affascinante metropoli che pullula di vita in tutti gli angoli delle strade.


***
Il banco sopra la cattedra
Luigi Polito
Editore Altravista
pagine 118
euro12,00

Recensione Libri

Trama del libro Il banco sopra la cattedra di Luigi Polito
Un romanzo che nasce tra i banchi di scuola...
Il Banco sopra la cattedra è un romanzo-documento che nasce sul campo, narrato direttamente dai veri protagonisti dei luoghi dell’apprendere: gli studenti che attraverso le loro storie, tristi, divertenti, drammatiche, reali e a volte fantastiche svelano gli inganni e i pregiudizi che quotidianamente vivono nell’università e nella scuola. Un’analisi incisiva e minuziosa che mostra le incongruenze del mondo dell’istruzione, percepito come statico, ottuso, falsamente democratico ed espressione di forti disuguaglianze.
Oggi come ieri, il
sistema dell’istruzione rimane ancorato al cordone ombelicale del potere politico, che lo usa come mezzo di diffusione della propria ideologia, sprecando un capitale umano indescrivibile, potenzialmente rivolto al miglioramento della società.


L’autore
Luigi Polito, professore di Scienze Umane nei licei. Psicologo e terapeuta, ha collaborato dal 1986 al 1994, come esperto nelle Equipe Socio-Psico-Pedagogiche del Provveditorato agli Studi di Napoli operanti sul territorio per arginare la Dispersione Scolastica nelle scuole di ogni ordine e grado. Ha pubblicato articoli su riviste scientifiche tra cui: il Il test della famiglia applicato a pazienti lungodegenti su Rivista Sperimentale di Freniatria. Autore della ricerca: L’insegnamento della Filosofia attraverso l’uso della metafora presentata al Convegno Narrate uomini le vostre storie. La narrazione nel pensiero sistemico, in psicoanalisi e letteratura svoltosi presso l’Istituto Universitario “Suor Orsola Benincasa” di Napoli. É giornalista pubblicista e consulente di Psicologia dell’età evolutiva in alcuni centri specializzati.

Salvatore Sparavigna: la mia strada web tv

La mia strada web tv (www.lamiastrada.tv) - la voce di chi non ha voce!

Prima riunione informativa.

Martedi 20 aprile alle ore 15:00, presso il centro La Tenda (Via Sanità 95/96 Napoli) ci sarà la prima riunione conoscitiva con chi vorrà collaborare alla webTv "lamiastrada.tv".

In effetti verrà presentata la struttura web con tutte le sue potenzialità, gli argomenti che verranno trattati (fino ad ora ipotizzati), le procedure da adottare per pubblicare, lo stile ed il taglio da seguire. Ci si conoscerà e verranno individuati coloro che, o per attitudine o per volontà, potranno essere da subito, considerati dello staff redazionale.

Qualcosa sicuramente dovrà essere perfezionata e qualcos'altra subirà qualche cambiamento. Non è una vera e propria riunione di redazione e nemmeno una presentazione ufficiale, ma sicuramente è una verifica di condivisione di percorsi, intenti, interessi e, soprattutto, modi di fare comunicazione e giornalismo. La presentazione ufficiale alla stampa e alla città avverrà più avanti.

In questo percorso sono stati già individuati dei Partners che in qualche modo ci affiancheranno (come il centro La Tenda per esempio) ed altri ancora verranno. Sappiate che gli argomenti che saranno trattati non sono facilmente accettati e condivisi dai poteri, per cui non vi aspettate di partecipare da subito ad una impresa commerciale.

L'incontro è aperto ai giornalisti (precari e non), ai fotografi, ai videomaker, newswebreporters, blogger, principalmente a chi ha dimestichezza con immagini, video, audio, testi anche con i propri cellulari e che intendono cominciare ad occuparsi di una comunicazione ed informazione diversa e rivolta ai più deboli, agli esclusi e agli emarginati, ma anche a chi subisce vessazioni ed ingiustizie.

Ma la struttura redazionale sarà aperta anche agli addetti ai lavori o a chi vorrà in qualche modo rendersi disponibile e utile, con la propria collaborazione, alla crescita del progetto.

Molto sarà spiegato martedì, molto altro ancora nascerà insieme.

Lo spero.

S a l v a t o r e S p a r a v i g n a

No Comment: intervista all'autore

1) Perché questo titolo?


Il titolo “il banco sopra la cattedra” nasce da un’idea suggestiva di un folto gruppo di studenti che pubblicamente ha voluto esprimere il proprio dissenso nei confronti dei tradizionali rapporti esistenti nei luoghi dell’apprendere.

2) Di cosa parla questo libro e cosa ti ha spinto a scriverlo?

Prima di accennare ai contenuti del libro, vorrei ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione di quest’avventura e fare un’importante premessa affinché la lettura del testo non dia vita a false interpretazioni.
“Il banco sopra la cattedra” non ha assolutamente l’intenzione di offendere o denigrare il mondo dell’istruzione, per cui mi sembra doveroso sottolineare l’enorme mole di lavoro, l’onestà intellettuale, l’impegno, la passione, di moltissime persone che si prodigano ogni giorno affinché, attraverso il sapere e la conoscenza, noi tutti possiamo diventare più consapevoli della complessità della vita.


È un romanzo-documento che narra attraverso storie di vita divertenti, amare, ironiche, a volte drammatiche, i misfatti, le assurdità, le incongruenze che gli studenti vivono quotidianamente nelle università e nelle scuole. Dall’incontro di questi racconti, frutto di uno strano intreccio tra realtà e fantasia, i cui confini sono difficilmente scindibili, prende corpo una miscela esplosiva ricca di emozioni, proteste e speranze per il nostro futuro.
“Il banco sopra la cattedra” nasce come un gioco, e come tutti i giochi è da prendere molto sul serio. É una provocazione scritta senza peli sulla lingua, che invita a riflettere sullo stato di salute del mondo dell’istruzione, questo gigante d’argilla senza cuore e senza ragione, che a fatica resta ancora in piedi appoggiandosi a mille bastoni.
Un sistema complesso che rischia di frantumarsi o persino estinguersi come i dinosauri, e che per questo ha bisogno urgentemente di rinnovarsi da cima a fondo, di acquisire senso prima che affondi definitivamente.
La motivazione principale che mi ha spinto a scrivere questo inusuale romanzo, è la speranza di risvegliare le coscienze degli studenti e di tutti coloro che operano nei luoghi dell’apprendere, gli unici soggetti in grado di poter immaginare e proporre un cambiamento generale del pensiero dominante e mettere in discussione le consuete modalità di trasmissione del sapere.
Una speranza che deve partire dall’interno delle nostre università, delle nostre scuole, che hanno il diritto-dovere d’ insegnare e promuovere nuovi principi e valori, indispensabili alla nascita di una coscienza civile democratica, che crei i presupposti per una trasformazione positiva e pacifica della società.
In un momento storico così delicato, in cui non si crede più a niente, e ogni cosa diventa subalterna all’economia e al dio danaro, i luoghi dell’apprendere non possono pretendere di diffondere una cultura asettica e completamente slegata dal contesto storico-culturale in cui viviamo. Queste importanti istituzioni che rappresentano il nostro futuro, devono assumersi la responsabilità di ricoprire un ruolo centrale nella formazione dei giovani e proporsi come modello d’identificazione fondato sull’onestà, la coerenza, la dignità, la legalità e l’uguaglianza.
Tutto ciò non vuol dire profanare la sacralità del mitico sapere, che ha radici solide e indiscutibili, ma in questa fase storica è opportuno un cambiamento radicale del sistema dell’istruzione, che deve liberarsi dall’oppressione dell’onnipresente ideologia politica, e incidere autonomamente e criticamente nella realtà sociale, divenendo punta di diamante e parte strutturale di un progetto formativo integrato globale. Un patto educativo da costruire con i diversi soggetti sociali che operano nei territori, che miri a valorizzare il dialogo e il confronto tra le parti, e abbia come obiettivo principale la realizzazione di prospettive concrete, soprattutto per i giovani.
Realizzare tutto questo richiede impegno sia una forte mobilitazione, sia una presa di coscienza collettiva che ci svincoli dai vecchi miti culturali interiorizzati, percepiti come unica opportunità di conoscenza. Un’impresa non facile, in quanto chi tiene in pugno il sistema educativo si opporrà tenacemente al “fareassieme”, perché non intende mettere in discussione la propria ideologia e la gestione del potere che esercita come espressione di dominio indiscriminato.

3) Sei stato molto critico nei confronti della modalità di gestione delle università e delle scuole per quali motivi?


Penso che sia le Università, sia le scuole di ogni ordine e grado siano prevalentemente organizzate e governate come feudi medioevali.
Le università in modo cieco sanciscono la frattura tra cultura umanistica e scientifica, rendendo incapaci i giovani di cogliere la globalità dell’esperienza umana. In questi luoghi, spesso il sapere diviene uno strumento per mantenere privilegi, scambiarsi favori e cortesie, garantire un consenso politico-baronale fondato su inganni e nepotismo. Gli studenti vengono trattati in modo superficiale, selezionati come pacchi postali, considerati un semplice numero come se non fossero persone, negandogli spesso il diritto allo studio. Questi importanti luoghi dell’apprendere sono divenuti feudi nelle mani di schiere di Baroni e Pierini senza scrupoli, che portano avanti la loro politica e decidono ogni cosa incuranti della legalità. Luoghi paragonabili a circoli chiusi, autoreferenziali dove tutto si decide per interessi di casta o attraverso i legami di sangue e di appartenenza, proprio come avviene nei clan mafiosi.
Emblematiche sono le numerose sentenze della Corte di Cassazione e le storie drammatiche di tanti ricercatori, che hanno lasciato l’Italia per altri paesi in polemica con il sistema nepotista delle nostre università.
Anche le scuole, come molte altre istituzioni, spesso vengono amministrate secondo la solita logica familistica, ereditata da secoli, tipicamente meridionale ed esportata con successo in molte zone della nostra penisola. Non di rado gruppetti di figuri senza scrupoli con operazioni apparentemente legali, si spartiscono alla luce del sole, favori, ruoli e danaro, mangiando come suol dirsi: la pecora con tutta la lana. Le minoranze, sottomesse a tale strategia, vengono automaticamente emarginate e annientate, per cui la gestione privata e patologica della scuola pubblica, tira avanti indisturbata e senza alcuna incidenza positiva sulla realtà e senza alcun controllo sui controllori. La nostra unica speranza è nelle mani delle nuove generazioni che attraverso la partecipazione attiva possano pacificamente riappropriarsi di quello che gli appartiene di diritto: l’organizzazione democratica della scuola.

4) Cosa ne pensi della scuola attuale?

Credo che oggi il mondo dell’istruzione si rivela incapace di comprendere i reali bisogni dei giovani. Non è un caso, se spesso ci troviamo innanzi una scuola affollata da un esercito di docenti autistici, in balia delle onde, impauriti, frustrati, ricattati, delusi, mal pagati, frettolosi, disimpegnati, barricati nelle proprie classi a compiacersi dei propri soliloqui didattici, pronti a scaricare inevitabili angosce sugli allievi e su se stessi. Una scuola in crisi di principi e valori, che si nasconde dietro contenuti paradossali e mantiene inconcepibili distanze dalla realtà. In definitiva una scuola che non forma ma deforma e spreca, senza rendersene conto, una forza sociale indescrivibile, un patrimonio giovanile creativo e rivoluzionario, ingannando le menti adolescenziali sulla vera condizione esistenziale dell’uomo.
In questi enormi casermoni strutturati su base familistico-piramidale, viene ibernata ogni forma di creatività e di capacità critica, tutto scivola silenziosamente nell’ anonimato e l’unico pensiero positivo è quello di scappare appena possibile, come dei prigionieri in cerca della libertà. Non si lavora in gruppo, c’è poca cooperazione e tanto isolamento. Come sarebbe bello collaborare gomito a gomito, invece ci chiudiamo nelle nostre classi in perfetta clausura, nascondendo la nostra ignoranza a scapito del confronto, delle buone relazioni e della crescita culturale degli studenti. Quante riunioni senza né capo e né coda a discutere di condotta, valutazione, improvvisandoci giudici di una logica aberrante che diffonde idee sbagliate delle regole di cittadinanza e di convivenza democratica. Non parliamo poi dei libri di testo, – mattoni sempre più pesanti e scritti esclusivamente per i docenti – della selezione rigida degli alunni, spesso subordinata al mantenimento dei posti di lavoro degli insegnanti, ai loro umori e alle continue, immancabili raccomandazioni.


3) Quali sono le tue considerazioni sugli insegnanti in genere?


Credo che la scuola italiana abbia fondamenta ben solide e, anche se non funziona, produca risultati inspiegabili che la tengono in vita e gli permettono di raggiungere un suo strano equilibrio che nessuno di noi riesce a spiegare. Certo, vi sono insegnanti che vivono questa professione come se fosse una missione, con passione, impegno, sacrificio, onestà intellettuale, senso di responsabilità, per cui sottostanno al quotidiano ricatto che viene imposto dall’alto, pur di aiutare i giovani a crescere. Tuttavia è palese che questi ingredienti da soli non possono tenere in piedi un sistema così ingarbugliato. Spesso alcuni docenti appaiono in uno stato di catalessi, altri sembrano palombari che osservano il fondo marino, la realtà attraverso spessissimi vetri, senza alcuna possibilità d’intervento. Non si rendono conto che chi è consapevole di una realtà paradossale e aberrante, e non muove un dito per cambiarla, è colpevole quanto chi pretende di avere nelle proprie mani la verità assoluta.

4) Che di tupi di rapporti attualmente intercorrono tra scuola e genitori, docenti e studenti e tra compagni di classe.

I primi direi sono prevalentemente inesistenti. Nonostante i vecchi decreti delegati prevedano istituzionalmente questi rapporti, non se ne vede l’ombra. I genitori varcano la soglia della scuola solo nel corso delle consuete valutazioni periodiche, quindi come pura formalità o probabile panacea per attenuare i loro sensi di colpa. In genere per i genitori l’insegnante non è visto come un alleato che contribuisce alla formazione della personalità e alla crescita culturale del proprio figlio, ma soprattutto un nemico da combattere, contestare, criticare, e se il caso, punire, a volte anche con le mani. Per la scuola, salvo che in alcuni casi, il genitore è prevalentemente un ficcanaso, un rompiscatole iperprotettivo da tenere lontano perché crea solo problemi.
Per quanto concerne il rapporto docenti-studenti si basa essenzialmente sul potere dell’uno sull’altro. Come tutti i rapporti di potere è un incontro tra estranei, che spesso si fonda sulla falsità, il paternalismo e l’ipocrisia. Sono molto rari le relazioni che si manifestano con modalità prettamente egualitarie.
In genere, i rapporti tra docenti sono molto formali. I professori s’ignorano a vicenda inchinandosi soltanto all’autorità costituita. Non discutono con nessuno della realtà, come se vivessero in un pianeta sconosciuto.
Gli studenti invece, tra loro vivono una situazione in gran parte paradossale, perché devono adattarsi ad un clima relazionale estremamente competitivo, dove non c’è spazio per il fareassieme, la collaborazione e il rispetto reciproco. Chi soccombe a tali regole viene automaticamente selezionato o emarginato. Insomma come sosteneva più di quarant’anni fa, il nostro carissimo Don Lorenzo Milani, la scuola resta un ospedale che cura gli studenti bravi e abbandona quelli in difficoltà.

5) Si parla dell’esistenza di una tangentopoli minore, quasi poverella, quella della crosta su gite, incarichi, eventi, in che misura è il fenomeno?

Non ho elementi certi per affermare che esista una “tangescopoli de’ puverielli” anche se come suol dirsi “a carocchie a carocchie, Pulecenella accerette ‘a mugliera”. Comunque, per sgombrare il campo da facili allusioni occorre dire che le nostre scuole sono ricche di gentiluomini e gentildonne di grande onestà e laboriosità che si prodigano tutti i giorni per migliorare la qualità dell’istruzione. Certo quando l’amministrazione del danaro pubblico avviene lontano da occhi indiscreti, e per giunta in modo privatistico da poche persone, spesso assetate di danaro e potere, assoldate con stipendi irrisori, sicuramente può balenare qualche cattiva intenzione. Lo sanno tutti che il dio danaro è la nuova religione, sponsorizzata da chi intende tutelare i propri interessi personali, forse una malattia più contagiosa anche della peste.


6) Descriva tre motivi per cui dovremmo leggere il tuo libro

1) In modo divertente e ironico affronta argomenti molto seri.
2) Finisce inaspettatamente con un inizio.
3) È propositivo perché prevede un progetto importante che ha come protagonisti finalmente i giovani.

Il banco sopra la cattedra

sabato 17 aprile 2010

Scrivono gli studenti e gli amici

Angela

Incredibilmente realista..e profondamente sognatore.
Il racconto di una quotidianità vera o meglio di una verità quotidiana che spesso fa paura, che non vogliamo riconoscere, che non vogliamo affrontare, abituati a chiudere gli occhi e a far finta di niente. Una realtà perfettamente incrociata con sogni e speranze, con la voce di chi ci crede ancora in un cambiamento.
Perchè leggerlo? Perchè con la sua disarmante semplicità ci permette di sorridere, di conoscere e di aprire gli occhi su questa realtà; lo scrittore si racconta, ci racconta, ma non si ferma, offre un'alternativa.
Critica ma non si lamenta, propone fatti e non solo parole.



Francesco La Ragione

Mi spiace tantissimo non poterci essere e soprattutto non poter partecipare ad un incontro che mi risveglia profondi sentimenti e ansie per l'oggi ed il domani.
Il rapporto tra banco e cattedra è in fondo rapporto tra sapere (diritto al sapere) e il potere di chi prima credeva di de-tenerlo e oggi per sopravvivere ...

Marzia Cozzolino D'Isanto
Nient a fa...Il prof è un mito!! Grandeeeeeeeeeeeee

Valentina Van Der Rohe Il prof. è stato il mio professore all'esame di stato ed ho subito capito che è una gran bella persona. Sarei molto curiosa di leggere il suo libro, come posso procurarmelo?? Mi sono trasferita a Londra...


Nunzia Granato
Uno dei romanzi-documento più avvincenti e soprattutto veritieri che io abbia mai letto. Questo libro denuncia a voce alta, ciò che noi abbiamo sempre pensato, ma che non abbiamo mai avuto il coraggio di affrontare. Nel contempo, avvincente ed intrinseco di emozione; un viaggio mozzafiato che suscita un senso di amarez...

Luigi Polito
Grazie Nunzia questa sera mi avete regalato uno dei più bei giorni della mia vita.
23 minuti fa

Nunzia Granato
Grazie a voi per averci aiutato ad aprire finalmente gli occhi.
E come hanno detto oggi, c'è sempre un professore che rimane davvero dentro.. per noi, siete voi quel professore. Auguroni ancora.

Angela Polito El 15 de abril de 2010 a las 18:29
buongiorno papà!!!come ti senti oggi?? emozionato, felice? è una sorta di coronazione di un sogno no?? mi dispiace non esserci, avrei tanto voluto! Aspetto tue notizie non appena termina! Un abbraccio grande e in bocca al lupo

Simona De Falco
Prof complimenti, ho iniziato a leggere il libro e devo dire ke lo sto "divorando" letteralmente, scorre veloce e soprattutto la cosa più importante è ke alcuni passi mi emozionano...le farò sapere a fine lettura. Un grosso bacio

Nunzia Granato
Grazie a voi per averci aiutato ad aprire finalmente gli occhi.
E come hanno detto oggi, c'è sempre un professore che rimane davvero dentro.. per noi, siete voi quel professore. Auguroni ancora.

Martina De Biase
buonasera prof come sta??? sono molto contenta per il suo libro e grazie al suo intervento letterario potrà rendere noto che la scuola non è fatta solo da un semplice banco che sta di fronte ad una cattedra, ecc..... sicuramente riscuoterà molto successo tra i giovani si sentiranno finalmente compresi e ciò avviene molto poco....ho letto l'anteprima del libro qui su internet...appena potrò farò un acquisto ;)... salve prof e in bocca a lupo per il libro :)
6 ore fa

Francesco Minichini
prof. Polito vi ringrazio del libro con tanto di dedica......un bacioneeeeeeeeee

Valentina D'isanto 16 aprile alle ore 22.07
salve prof!..ke dire...il tempo passa ma lei non resta uguale...ma diventa eccezionale!!!....e le persone eccezionali sono quelle ke ti restano nel cuore.......
complimenti prof!!!!
in bocca al lupo!!!
....1 bacio.....valentina

Gabriella Carraturo
Il libro mi è arrivato oggi e ho finito di leggerlo! direi che in queste 120 pagine si legge una gran voglia da parte di pochi di cambiare il verso del mondo partendo dall'istruzione, ma allo stesso tempouna grande indifferenza, disinteresse e vigliaccheria di molti! Chi vi conosce ho avuto modo di conoscervi avrà sicuramente rivistoil Polito dei pochiche ancora una volta ha avuto il coraggio di smascherare un colosso intoccabile da sempre!!!

???
Al mio prof preferito, auguri e complimenti per il libro speriamo sia uno dei tanti.


Carissimo professore,
corro a scriverle dopo aver letteralmente "divorato" il suo libro. Mi sono emozionata e divertita, è scorrevole, ironico e pungente. I pensieri che ho letto, sono quelli che credo voi abbiate sempre avuto sul modo di fare scuola, sui giovani e finalmente siete riuscito a divulgarli. Certo, devo dire che la scuola descritta nel libro è la scuola dei sogni, ma in fondo, non è detto che i sogni non possano diventare realtà...forse non accadrà oggi, nè domani, ma se iniziassimo a muoverci un pò alla volta, se iniziassimo a farci sentire o almeno ad essere un pò più presenti in questa società, se provassimo a guardare un pò oltre la punta del nostro naso, forse inizieremmo a vivere, perchè spesso ci limitiamo a vegetare. Il più delle volte mi guardo intorno e spesso la tristezza mi assale e pure... sono così giovane, ma non mi piace quello che vedo, quello che sento, troppo dolore, troppe ingiustizie e se davvero potessi andare a vivere sulla luna, come ha fatto Pietro, il protagonista delle lettera del libro, avrei già pronto il biglietto. Anche se solo per poco, il sorriso mi è tornato,leggendo quelle pagine. Mi ha sollevato il pensiero che forse un mondo diverso ci può essere e che ci sono persone come voi che ci credono così tanto da averlo descritto nei minimi particolari... Bè che posso dire di più, invito tutti i ragazzi (e non solo) a leggerlo e a compiere questo viaggio di riflessione. Tenetemi aggiornata sui prossimi appuntamenti.
Con affetto
Simona

Ho acquistato il suo libro questa mattina e circa una mezz'ora fà ho terminato di leggerlo.
l'ho letto senza interrompere la lettura, perchè l'ho trovato molto interessante ma sopratutto con varie tematiche di attualità che rispecchiano perfettamente le problematiche di noi studenti. "guardiamo il film della nostra vita senza esserne protagonisti" verso dell'inno degli studenti. è una crudele realtà che deve essere assolutamente combattuta e sinceramente non conosco la motivazione di tale ostilità nel sapere cose che influiscono e condizionano il nostro futuro!!
Non vorrei scivolare nella questione politica, ma anche quella, bisogna dire che aggrava la situazione in maniera non indifferente! "La privatizzazione" delle università! "quando la scuola pubblica è cosa forte e sicura,allora,ma soltanto allora, la scuola privata non è piu un problema" [cit.]
la scuola italiana è un vero e proprio disastro! le cause sono molteplici è tutto sistematicamente basato sulla corruzione. Uno studente di oggi sà che per ricevere un buon voto universitario deve "morire sui libri" e un altro con un cognome conosciuto ha anche la lode senza emettere alcun suono. Questo aspetto della società impaurisce gli studenti, anche quelli con idee precise sul proprio futuro che si trovano spaesati completamente con il timore di laureati ISTRUITI e non poter accedere al mondo lavorativo che spalanca le porte a "parenti e amici".
La questione della "scuola -prigione" mi ha lasciata un pò perplessa, mi spiego: è una realtà che fortunatamente non mi appartiene ma che indubbiamente esiste, la troppa severità, il carattere poco socievole, costruisce un muro indistruggibile tra insegnanti e allievi. ma noi studenti come potremo cambiare la situazione? penso una soluzione non ci sia...
posso affermare con certezza che le idee migliori sono quelli degli studenti, che non siamo "vasi da riempire", ma ogniuno di noi ha una propria opinione.
proff bellissimo libro davvero.
Grazie per aver fatto un primo passo verso un mondo migliore!!
totta Conte


Sara Russomanno, 24 aprile 2010 alle ore 1.31

mi piace come scrive, non è nè formale nè informale...riesce a trascinare il lettore in una situazione, come se la stesse vivendo in prima persona e qst credo sia un pregio per chi scrive..

PS: Gigi ho letto il tuo libro mentre ero in visita a mia figlia in spagna; l'inizio mi aveva un po' demoralizzato ma la verità si sa non è quasi mai confortante, soprattutto di questi tempi. mi rafforza ancora di più nell'idea che dalla scuola deve ripartire una società che sta rischiando la totale decadenza, senza investimenti in quel campo e senza un cambio di rotta, radicale e necessario, non potremo che assistere desolati alla nostra rovina. i ragazzi devono però avere il coraggio di crederci, più e meglio di quanto riusciamo a fare noi, che nonostante i discorsi pessimisti coviamo ancora nel cuore la speranza di un cambiamento. grazie a te e ai tuoi ragazzi! ho pensato che il tuo libro diventerà uno dei libri di scambio, che si lasciano nei bar e che la gente che vuole li prende, li legge e poi li riporta affinchè altri ne possano usufruire, che dici??


Penso che "il banco sopra la cattedra" sia un libro interessante. Infatti, questo libro è stato scritto dal mio professore, da ciò che ho letto posso affermare che è senza alcun dubbio interessante. Ma il piacere più grande l'avrete quando inizierete a leggere in primo rigo perchè attrae sia I giovani che gli adulti, trattando argomenti di tutti i tempi, nonchè d'attualità!! Spero abbia sempre di più la fama che merita!!!
Serena


Caro prof,
siamo le alunne Giusy Merro,Deborah Desiderio & Federica Rapuano. Abbiamo letto "Il banco sopra la cattedra", e ha suscitato in noi molto interesse, perchè parla di temi a noi molto vicini. E'particolamente emozionante perchè è uno stimolo per noi giovani per andare avanti e sperare che la socità migliori, nonostante gli ostacoli, le ingiustizie che avvengono frequentemente. Pensiamo che il vostro libro non sia solo un pezzo di carta stampato ma la voglia di esprimere tutta la verità senza alcun timore. Un grande augurio per questo libro e siamo sicure che continuerà ad avere un grande successo. Un bacione dalle vostre alunne della II°C.

Giusy Merro
Federica Rapuano
Deborah Desiderio

Angela Polito un libro profondo ma leggero...sorprendentemente sincero seppur con dettagli al limite tra realtà e fantasia..:D


Rita
è un libro MERAVIGLIOSO!

Ylenia Raspaolo Professore è fantastico questo libro...ha qualcosa che non so spiegare perchè quando lo leggo è come se ci fosse qualcosa che mi spinge a leggere le altre pagine... è come se fosse una calamita che mi attira sempre di più.Spero che in futuro scriverà altri libri fantastici come questo!

Rita e Lucia
Il libro è stupendo, ha un linguaggio accessibile a tutti, è molto divertente, insegna tante cose, ci descrive un pò il lato della realtà crudele (camorra), secondo me, oltre agli adolescenti, può essere interessante anche per gli adulti... i "racconti" che mi sono piaciuti di più sono: "La Forza Dell'Amore", "Il Sogno Nel Sogno", "Il Professore Perfetto" ... con questo è finito il commento! NOTTEEEEEE VI VOGLIO UN INFINITO DI BENE!!! ♥ da una ragazza che ha gli occhi che parlano e che dicono solo cose belle, ma che in questo periodo soffre molto... NOTTE!!!


Ho letto il libro due volte e lo trovo molto realistico e divertente. Concordo con l'autore che la scuola ha bisogno di un cambiamento, soprattutto deve incentivare i giovani alla socializzazione, all'impegno sociale e al rispetto, prima di se stessi e poi del prossimo. Spesso i docenti non danno esempio di ciò, e questo porta ad una rottura con i ragazzi, alquanto deleteria. A cosa serve la memorizzazione di pagine e formule se dentro di noi non lasciano completamente nulla? Mi complimento vivamente con l'autore per i contenuti, trattati in modo semplice ed efficace!

Maria Anna Florentino




Angela

Ho apprezzato molto questo libro per la chiarezza e la semplicità con cui si racconta, per la passione e l'allegria che trasmette, perchè non ci mente, perchè ci mette in gioco, perchè ci mostra uno spiraglio di cielo più azzurro che mai, perchè nella realtà amara che vivi quotidianamente c'è la forza della speranza che hai regalato a tutti i tuoi lettori e che cerchi di regalare giorno dopo giorno a tutti i tuoi alunni, perchè ci sei tu. sei grande


Maddalena ha scritto:
"Incredibilmente bello,ironico,intelligente ! ;-)"

Recensione del sociologo Claudio Roberti

In termini di lettura sociologica, sarebbe riduttivo definire il contributo di Luigi Polito come un romanzo puro e semplice. Di fatto, si tratta di un prodotto definibile in termini di contaminazione fra generi. Infatti, siamo al cospetto di una narrazione che utilizza con varie modalità, categorie analitiche da saggio e converte il tutto in chiari indirizzi di critica-denuncia come se fosse un pamphlet.
Riguardo ai contenuti, entra scomodamente in un aspetto cruciale dell' odierna fase competitiva del “sistema mondo” (meglio conosciuto come globalizzazione): "Il senso e la qualità degli indirizzi ideologici e organizzativi delle strutture sociali identificabili in termini di istituzioni". Nel fare questo, parte dalla scuola e dall’università, ovvero dove si strutturano/de-strutturano le conoscenze, i siti materiali e virtuali, in cui si producono, ri-producono e convivono le culture dominanti e subalterne, ove si sedimenta e distribuisce il potere. I luoghi dell’apprendere, dove in un modo o nell' altro si creano le premesse dell'oggi e del domani, in cui di sovente si riproduce il passato. Spesso proprio quel passato di cui dovremmo liberarci, malgrado in molti resti solo un buon proposito onirico... confondendo cause ed effetti.
L’autore sceglie di "tradire la sua corporazione, quella dei professori, visto il conformismo dominante, e non è cosa da tutti e nemmeno di poco conto. Attraverso la tecnica del falso/vero...rompe da dentro, ma non per il mero gusto di farlo, bensì per ri-costruire. Vista la realtà mondiale, nazionale e locale, le provocazioni che mette per iscritto Polito non solo servono, ma addirittura sono indispensabili. Uno sforzo di questo tipo merita riflessione e azione socio culturale anche pensando ad altri e nuovi modelli organizzativi.
Grazie a Immanuel Wallerstein, gli intellettuali sanno o almeno dovrebbero sapere, che la globalizzazione tende a spazzare via le diversità perché le reputa un intralcio. In nome di questa pseudo-ideologia, oggi confondiamo la diversità con l' inferiorità, molto più di ieri. In questo gioco della devianza sono stati tirati in ballo anche i giovani e la natura.
Tutto questo è CONTRO NATURA e Polito vuole trasmetterci qualcosa al riguardo.

Claudio Roberti
Dove puoi trovare il libro a Napoli, in altre regioni e all'estero


1) Libreria “San Ciro” in piazza San Ciro a Portici.
2) Libreria “Neapolis” in via San Gregorio Armeno a Napoli.
3) Libreria “Dante & Descartes” in via Mezzocannone a Napoli.


Se vuoi acquistare il libro online

1) www.librerianeapolis.it
2) www.ibs.it
3) www.libreriauniversitaria.it
4) www.edizionialtravista.com
5) www.webster.it
6) www.deastore.it



Recensioni

1) www.ilbancosopralacattedra.it
2) www.associazionenocomment.it
3) www.Libridaleggere.net
4) www.Recensionilibri.org
5) www.operanarrativa.it
6) www.opsonline
7) www.librerianeapolis.it
8) www.edizionialtravista.com


Ti consiglio di navigare qui:

Sito: www.ilbancosopralacattedra.it

Blog: luigipolito.blogspot.com



Le interviste presenti sul sito e su youtube sono state realizzate dall’associazione di volontariato socio-culturale “No Comment” di Napoli: www.associazionenocomment.it











DISTRIBUZIONE IN ALTRE REGIONI
IN BIBLIOTECHE E ALL’ESTERO





Lombardia e Canton Ticino
Distribook
via M.F. Quintiliano, 20
20138 Milano
tel. 02 580 123 29
fax 02 580 123 39





Piemonte e Valle d’Aosta
Interlibri
Via don Bosco 73 – 10144 Torino
tel. 011.4379152 - fax 011.4734678



Lazio
CDA - Filiale di Roma
via Pasquale II, 33
00168 Roma
tel. 06 612 836 20
fax 06 892 804 97





Friuli, Trentino e Veneto
Alfe Libri
via Stefano Breda, 26
35010 Limena di Padova (PD)
Tel 049.8840333 - Fax 049.8840444










Emilia, marche e abruzzo
L’editoriale
via dei Fornaciai, 25
40129 Bologna
tel. 051 326 604
fax 051 326 728



Distribuzione in biblioteca:
L.S.
via Badini, 17
40050 Quarto Inferiore - Bologna
tel. 051.768165 - fax 051.6058752




Distribuzione all’estero
Casalini Libri
Via Benedetto da Maiano, 3
50014 Fiesole (FI)
Tel. 055.50181 fax 055.5018201




Edizioni Altravista
Via D. Alighieri, 15 - 27053 Lungavilla (PV)
tel. 0383 364 859 - fax 0383 377 926
redazione@edizionialtravista.com - www.edizionialtravista.com
Alcune recensioni del libro possiamo leggerle nei seguenti siti:

1) http://www.solilibri.net
2)
http://www.ildenaro.it
3)
http://www.edizionialtravista.it
4) http://www.operanarrativa.com
5)
http://www.recensionilibri.it
6)
www.libridaleggere.net